Piovevano granate e sibilavano proiettili.
La trincea era fradicia d’acqua e la terra impastata col liquido scuro dei soldati morti. E le loro parti sparse lungo il camminatoio.
“Come faranno a riconoscere i miei resti in mezzi a quelli dei miei compagni? Troveranno solo pezzi anonimi”.
Così scavalcò la trincea e rimase ad aspettare, ritto, in mezzo al campo di battaglia, il colpo destinato a lui. Non attese molto.
Giuseppe Corrado
Nessun commento:
Posta un commento