Quella
mattinata non entrò anima viva al bar. Eppure era un soleggiato e tiepido
martedì di inizio dicembre, il primo giorno asciutto dopo settimane di pioggia.
Allo
scoccare di mezzogiorno, puntuale come sempre, arrivò Giorgio.
Giorgio
era un barbone di 40 anni, calvo, occhi marroni scavati da troppe notti al
freddo e naso aquilino. Ma la cosa che lo distingueva di più, erano le scarpe e
la sciarpa: portava sempre delle elegantissime scarpe nero lucido logorate dal
tempo e sporche di fango, e una sciarpa di lana rossa.
Quel
giorno, però, in lui c’era qualcosa di diverso. I logori vestiti e gli stracci
che era solito indossare avevano lasciato il posto ad un completo grigio dallo
stile un po’ retrò.
A
quella visione Carlo, il cameriere, disse: “Oh Giorgio, e quest’abito?”
“Eh,
sapessi”, sospirò Giorgio, “è una lunga storia”.
“Facciamo
così”, gli propose il cameriere, “ti offro la colazione in cambio della storia.
Accomodati pure in un tavolino fuori, io arrivo subito”...
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