racconto completo di Maria Grazia Grosso
“A duruduru, Tzia mariola
chi l'ataarziau sas coas su bentu
cando s'ad bidu su maridutentu
e si l'ha fatta una bella cassola.
A durudurutzia mariola”
“Fai silenzio Mario, che stanno arrivando! Cosa pensi che non lo capiscono che è un richiamo?”
“Eja mi sto zitto, ti sei oscurato, già me ne sono accorto che stanno arrivando. Milli mì!”
Mario chiacchierava ormai spesso con il solo amico rimasto. Ispieddu: un buco sulla parete rocciosa che lasciava entrare un po’ di luce. Lo avvisava di tutto ciò che accadeva là fuori da quando era stato fatto prigioniero dagli uomini del Regno delle Tre Montagne.
Se lo ricorda ancora, Mario, quel pomeriggio di primavera, di quelli che sono tutti gialli e verdi con tanti puntini colorati disseminati ovunque. Di quelli che quando torni a casa, trovi tua madre che prepara una bibita fresca coi limoni, e di quelli in cui quella bibita, dolce e aspra allo stesso tempo, si beve d’un fiato per spegnere il sole nuovo che si è accumulato dentro...
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