Realizzato da Giorgio Binnella e Debora Fanti.
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Sono qui in cima alla torre. Guardo la
pianura. Aspetto. Arriveranno a sera, e si accamperanno fuori dalle mura. Certo,
tu ora mi vedi così, con la tunica sdrucita, le membra stanche, gli occhi
spenti, ma io ho una storia, sai. Vengo da lontano, dalle terre del fuoco che
muore. Le conosci? In quelle terre il sole giallo si vede poco, mentre il sole
bianco non tramonta mai. Le lune stanno ferme nel cielo, qui, quella rosa e
quella blu. Sì, è tutto diverso, lì. Le rocce si spaccano, e si vede il fuoco
dentro di loro. E la gente è come le rocce. Gente scura, con l’anima rovente. Sono
andato via dopo la guerra, ho abbandonato il mio paese, ma il mio paese mi
aveva già abbandonato. Gli uomini non credevano più in me, dopo la guerra, non
mi hanno perdonato il sacrificio della città di Ixos. Ma era necessario, per
poter trovare il tempo di organizzare le difese. Ci siamo riusciti, è vero, ma
il prezzo è stato alto. Sono un barbone, ormai, ho abbandonato la mia patria e
la mia patria ha abbandonato me. Guarda oltre le mie vesti sdrucite, i miei
capelli bianchi, il mio corpo ormai vecchio. Sono un barbone, ma ero un re. Il
viaggio per arrivare fin qui è stato lungo e faticoso, e ora anche i miei
nemici sono qui. Povera la mia terra, e povero me. Ho attraversato mari e
terre, avuto freddo e avuto sete, e sono finalmente arrivato. E ora arrivano
anche loro. Lo hai sempre saputo, che ero re? Hai visto il re in questi
stracci. Accendi la torcia, mia cara, con questo fiammifero. Staremo qui fino a
quando arriveranno, perché io sono certo che arriveranno. Staremo qui, nella
stanza in cima alla torre. L’ho sognato, e più di una volta. Sempre lo stesso
sogno. Siamo nella torre, io e te, e loro sono accampati fuori dalle mura. E tu
mi fai promettere di ucciderti, se non ci sarà scampo o anche subito, per la
paura dell’orrore a venire e che tu già prevedi. E io prendo in mano il cuscino
di piume, e mi avvicino al tuo letto, per spegnere il tuo respiro, e… Non vedo
mai la fine, mia compagna. Forse perché sei la mia forza, e io non potrei mai
porre fine alla tua vita. Hai sentito pure tu nell'aria, nel vento, il loro arrivo, vero? E ora sei qui, donna senza volto e senza tempo. Sei qui perché
sai che quando arriveranno, tutti noi dovremo scegliere se vivere per la patria
o morire per essa. Non è la mia patria,
come non è la tua. Ma è la patria che abbiamo scelto, ora e qui. Gli avversari
non hanno pietà. Non vogliono le terre e le ricchezze, vogliono il nulla e il
nulla lasciano dietro di loro. E io non posso più accettarlo, amica mia, non
dopo una vita di abbandoni. Sarai con me? Le mie forze, la tua magia e l’anima
di questo popolo che crede in un barbone e una veggente. Guarda le torce all'orizzonte. Arrivano. Il popolo è preparato ormai. Domattina tutto inizierà
o tutto finirà. Sarai con me?

Bello il racconto.
RispondiEliminaCome immagine assocerei LA LUNA BLU SU GLASTONBURY TOR NEL SOMERSET IN INGHILTERRA....ma forse il luogo più adatto sarebbe in un lontano Egitto....
racconto che fa sognare....complimenti!
Marina ne sa scetti, ma aspetta che al prossimo incontro le frego il titolo! Io però voglio essere la princess of tales :-D
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