Adoro quando mi parla nel ritroso del tempo.
Amo il suo sfumare i dettagli, affinché il ricordo datomi sia il migliore di sempre.
Mi piacciono le sue bugie e le storie di quando mi portava alle botteghe, le ricordo ancora.
Suona strana questa parola, zona di quartiere popolare…
Io vengo da li…vero nonno?
-Si piccolo.
Come se il “popolo” e la sua denominazione schietta, si sia voluta concentrarla consapevolmente in un preciso rione, a isolar il resto dei problemi in altra parte.
Zone di tegole mancanti, di gente per strada volutamente a sguardo basso sull'asfalto.
Zone di balconi dipinti da troppi panni spudorati.
Dove i vicoli senza illuminazione erano roulette russe.
Non sapevi mai cosa ci trovavi dietro quegli angoli.
E non ti parlo di mostri o leggende, ti parlo di fantasmi vivi, col battito al polso.
Ragazzi persi che metabolizzavano le loro salite di vita in altra maniera.
Ringraziavi la fortuna quando magari vedevi che non erano coscienti, ti potevi distaccare un po’ d’animo.
Per una moneta ti farfugliavano verità e, se erano accasciati a terra pregavi per loro e per le loro madri.
Dove il degrado era cosi palpabile che i bambini lo accartocciavano e ci giocavano a pallone giù per le strade in campi fatti di zaini e latte di birra.
Le zone dove il dominio era pubblico, persino dei problemi…e le liti si facevano via etere dalle finestre.
Zone di troppe famiglie, zone di tante storie, volutamente ostentate dalle loro quattro mura popolari .
Dove a mezza mattina sentivi il profumo degli affettati uscire dalle botteghe e potevi entrare a chiedere un panino a credito. Sorridevano e abbondavano sempre nel preparartelo …
Ora se non hai un soldo… muori di fame. Nessuno ti preparerà mai un panino a pagarlo domani.
Eri sempre figlio di qualcuno quando giravi per le vie, eri il nipote di una donna e le dita, quelle ti indicavano sempre, per colpe tue o per colpe ereditate. Le accettavi a corona sgradita e giravi un altro angolo. Con la consapevolezze in tasca che degli angoli non avevi paura.
Ho amato le popolari e loro hanno amato me.
Sono zone dove i sogni non esistono e se qualcuno li ha…se li deve far passare in fretta.
Ora abito in un contesto signorile e spesso ci porto mio nonno a prender un caffè.
Si agita e lo comprendo…
Qui le persone son recintate da cancelli e a malapena ti salutano.
Hanno un giardino con dei cani,e se qualcuno salta in casa loro a prender un pallone non sanno nemmeno chi è, e magari ci vive affianco da 20 anni.
Dove se non hai un euro…rimani senza un euro e un panino alla bottega non puoi prendertelo
Le persone stendono i panni dentro casa qui ....e i fantasmi ora son attaccati alle tv o al pc.
Non li incroci mai per strada e se li vedi, corrono veloci a prender bottiglie nei supermarket per affrontar problemi sulle loro 4 mura signorili.
-Nonno, tutta un’altra cosa dove abiti tu vero?
-Figlio mio….erano altri tempi i miei, le persone vivevano i problemi del cambiamento.
-Che cambiamento nonno.
-Quello a cui state arrivando figlio mio….ricordati da dove vieni.
-Lo so nonno, hai voglia di farti un giro nella mia zona a immaginar fantasmi.
-Si piccolo, andiamo.
C.S.
E non ti parlo di mostri o leggende, ti parlo di fantasmi vivi, col battito al polso.
Ragazzi persi che metabolizzavano le loro salite di vita in altra maniera.
Ringraziavi la fortuna quando magari vedevi che non erano coscienti, ti potevi distaccare un po’ d’animo.
Per una moneta ti farfugliavano verità e, se erano accasciati a terra pregavi per loro e per le loro madri.
Dove il degrado era cosi palpabile che i bambini lo accartocciavano e ci giocavano a pallone giù per le strade in campi fatti di zaini e latte di birra.
Le zone dove il dominio era pubblico, persino dei problemi…e le liti si facevano via etere dalle finestre.
Zone di troppe famiglie, zone di tante storie, volutamente ostentate dalle loro quattro mura popolari .
Dove a mezza mattina sentivi il profumo degli affettati uscire dalle botteghe e potevi entrare a chiedere un panino a credito. Sorridevano e abbondavano sempre nel preparartelo …
Ora se non hai un soldo… muori di fame. Nessuno ti preparerà mai un panino a pagarlo domani.
Eri sempre figlio di qualcuno quando giravi per le vie, eri il nipote di una donna e le dita, quelle ti indicavano sempre, per colpe tue o per colpe ereditate. Le accettavi a corona sgradita e giravi un altro angolo. Con la consapevolezze in tasca che degli angoli non avevi paura.
Ho amato le popolari e loro hanno amato me.
Sono zone dove i sogni non esistono e se qualcuno li ha…se li deve far passare in fretta.
Ora abito in un contesto signorile e spesso ci porto mio nonno a prender un caffè.
Si agita e lo comprendo…
Qui le persone son recintate da cancelli e a malapena ti salutano.
Hanno un giardino con dei cani,e se qualcuno salta in casa loro a prender un pallone non sanno nemmeno chi è, e magari ci vive affianco da 20 anni.
Dove se non hai un euro…rimani senza un euro e un panino alla bottega non puoi prendertelo
Le persone stendono i panni dentro casa qui ....e i fantasmi ora son attaccati alle tv o al pc.
Non li incroci mai per strada e se li vedi, corrono veloci a prender bottiglie nei supermarket per affrontar problemi sulle loro 4 mura signorili.
-Nonno, tutta un’altra cosa dove abiti tu vero?
-Figlio mio….erano altri tempi i miei, le persone vivevano i problemi del cambiamento.
-Che cambiamento nonno.
-Quello a cui state arrivando figlio mio….ricordati da dove vieni.
-Lo so nonno, hai voglia di farti un giro nella mia zona a immaginar fantasmi.
-Si piccolo, andiamo.
C.S.
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