
La gatta nera dagli occhi gialli
passeggia per i corridoi stretti di pietre antiche, sui muri i segni del tempo.
Lei guarda, osserva, si riposa al sole caldo di giugno mentre i turisti
ammirano la città dalla terrazza del bastione. Dalla finestra in cui non batte
il sole, la padrona della gatta guarda le giovani coppie di innamorati
passeggiare mano nella mano. In un altro tempo passano le carrozze, scalpitio
di zoccoli ferrati. La nobiltà dà grandi
feste nelle sontuose sale: arazzi alle pareti, lampadari di cristallo, una
piccola orchestra sul lato della sfarzosa sala allieta le annoiate dame con i
loro sontuosi abiti e le importanti acconciature. Il signore di Ravenna era giunto da lontano per conoscere la sua
promessa sposa. Era uno scrittore, in segreto, non si addiceva un simile
mestiere ad un uomo di tale rango, le macchie di inchiostro sulle dita
tradivano la sua passione, ma era la sua ricchezza ciò che colpiva i semplici
nobili di tutto il regno. La duchessa di Cagliari fece di tutto per non
presentarsi al ballo indetto in suo onore e quello del suo futuro marito.
Voleva sposarsi per amore, non per convenienza. Era amica del popolo, degli
abitanti di Stampace che entravano in castello con le loro merci ed uscivano
prima che i maestosi portoni della città venissero richiusi alla sera...
Virginia Cicone
per "Gli occhi di Castello"
laboratorio di scrittura - pittura - fotografia stenopeica
Accademia di Pittura Figurativa
Cagliari - 15/16 giugno 2013
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