Fahrenheit 365 è un cantiere di scrittura, nel senso che si sa quando si comincia, ma non si sa quando finisce. L’anno accademico inizia a ottobre e termina a luglio, ma si può iniziare in qualunque momento. Il Cantiere non chiude mai: nei mesi estivi si lavora a...

Il talento

Il talento è dai più inteso come un dono divino, quindi si ha o non si ha. Ma è proprio così?
 Il termine deriva originariamente dal greco tàlenton che significa bilancia.  Poi ha assunto il significato di peso, quello caricato sul piatto della bilancia. In seguito si usò per indicare l’oggetto pesato e infine una moneta. Inizialmente il talento equivaleva ad una quantità di argento tra i 26 e i 34 chili. Qualche secolo dopo, con la parabola dei talenti scritta nel Vangelo di Matteo (XXV, 14-30) al termine viene attribuito metaforicamente il significato di ingegno. Nella parabola di Matteo il dono dei talenti sta a indicare i doni del Signore, doni che cresceranno  solo in quelli che sapranno sfruttarli al meglio. E così si chiarisce il significato attuale del termine talento, ovvero  ingegno, abilità, bravura. 
In questo breve cammino dalla radice al frutto dell’albero del talento, si realizza un cambiamento sostanziale da qualcosa che nasce come tale a qualcosa che può essere coltivato e accresciuto.
Quindi, l’affermazione iniziale è in parte vera e in parte falsa, esso cioè è in noi come un seme fra tanti ma solo se ne abbiamo cura può germogliare e crescere.
Insomma, se è stato sfatato il mito che il talento è esclusivamente un dono e quindi dobbiamo solo sperare di averlo, cosa deve fare un aspirante scrittore per guadagnarselo?
Lo scrittore deve curare il seme della scrittura, ovviamente. Quindi appare logico affermare che bisogna scrivere tanto. In realtà il talento di uno scrittore non si misura solo nella quantità di parole che riesce a mettere in fila, occorre altro. Del resto per far crescere un seme non serve solo la terra, essa deve essere anche concimata, e poi ci vogliono le giuste quantità di acqua e sole, i germogli e le radici devono essere protetti dai parassiti, dalla grandine e dal vento, i rami devono essere indirizzati e le potature eseguite con metodo. Insomma, scrittori si diventa, non si nasce. S’impara a scrivere storie come s’impara a coltivare la terra per ottenerne buoni raccolti.

2 commenti:

  1. ...a questo punto non resta altro che rimboccarci le maniche...
    e come nelle immagini suggerite dal video GRAVITY GLUE 2014 su youtube...
    armatevi di tanta pazienza ed esercitatevi nel talento...
    BUON LAVORO al CAPOCANTIERE e a tutti i CANTIERISTI !

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  2. TALENTON... quando uno scrittore comincia a scaldare la "penna"...
    la struttura prende forma...
    come nel video WHAT AN INCREDIBLE ACT OF BALANCE su you tube

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