1500 caratteri di Micol Maltesi
Il sole tramonta alle loro spalle mentre la luna si alza nel cielo, sorgendo dalla spuma delle onde. Il vento viene da terra, è una spinta contro le schiene, che li invita ad andare verso il mare scuro. Questo poi, allunga le dita verso di loro, quasi sfiorando i piedi nudi, chiamandoli a sè.
"Quindi Marco ieri è partito per Londra, lavorerà lì con il cugino. Giovanni si è trasferito ad Amsterdam. Gaia e Luca son stati ammessi all'accademia delle belle arti di Venezia e…"
"... E poi ci siamo noi. Ancora qui", lo interrompe lei.
Cala il silenzio.
"A che pensi?", domanda lui.
Lei pensa che vorrebbe togliersi la maglietta, i jeans, e camminare verso l'acqua scura. Vorrebbe sentire il freddo e l'umido dentro le ossa, e nuotare verso l’orizzonte indaco, per vedere dove riesce ad arrivare. Scappare via verso nessun posto. Naufragare senza meta. Ma comunque, alzarsi da quella sabbia fredda che le si appiccica addosso e andare via.
"A che penso? Solo che è bello poter stare in spiaggia, anche se è ottobre. Marco, Giovanni, questo non lo possono fare."
"Sì, è vero, è bello."
"Dai ora, andiamo, sta cominciando a mettersi freddo."
"Domani ci vediamo in biblioteca alla stessa ora?"
"Sì, come sempre."
Contrari al vento, a testa bassa, si allontanano dal mare, si salutano a un bivio e l'indomani per loro sarà uguale.
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