Fahrenheit 365 è un cantiere di scrittura, nel senso che si sa quando si comincia, ma non si sa quando finisce. L’anno accademico inizia a ottobre e termina a luglio, ma si può iniziare in qualunque momento. Il Cantiere non chiude mai: nei mesi estivi si lavora a...

Tic Tac

Sei miliardi di persone eppure ognuno pensa al suo piccolo mondo. Poche persone che rimangono, che lasciano un’impronta nei ricordi. Tante le persone che passano, che non hanno importanza, che non ci danno importanza. “Pensieri, forse troppi, bisognerebbe agire”,  pensa e guarda lo schermo di un telefono, in attesa che lampeggi quel nome… sei lettere… Matteo… Vorrebbe chiamarlo, ma non è il momento giusto, non è mai il momento giusto. Sa bene che la nostalgia è nulla in confronto ai mali che affliggono il mondo, alle guerre, alle catastrofi, eppure il cuore piange e strilla così forte che tutto il resto si annulla, non esiste, non c’è. “Non ci fotte delle guerre se ci fa male il cuore” canticchia tra sé la frase di quella canzone che resta, indelebile. Tempo, poco tempo, tic tac, le lancette vanno avanti e le lacrime versate sono sorrisi che non tornano. Ogni ti amo soffocato per paura di soffrire rimane sospeso in un angolo della mente insieme con i ti voglio bene non detti ai genitori nella convinzione che ci sarà un momento, il momento. Troppa fretta, inutile, stupida fretta, eppure tre anni fa hai tradotto il senso del tempo e adesso è di nuovo il momento di capirlo, di rimettere le cose al loro posto, di dare le giuste priorità. Prende la macchina e va a trovarla. È difficile trovare il tempo per andare da lei? No, per lei no! Ogni momento è quello giusto per sentire l’amore che c’è in quella casa che dovrebbe essere piena di tristezza e dolore. La vita è così strana: 22 anni, pochi? Se vissuti come li stai vivendo tu, non sono pochi, sono vissuti, vissuti davvero, ogni istante, ogni attimo, con le parole, con le azioni, con gli sguardi. E il tempo? Il tempo va avanti, nessuno sa quanto ce n’è, tutti pensiamo che sia tanto, anzi non ci pensiamo affatto. Il tempo scorre veloce o lento, prosegue il suo cammino, c’era prima di noi, ci sarà dopo di noi. Noi, tutti, passiamo, lui, il tempo, rimane.
Perdersi nello sguardo di chi amiamo, rimanere a parlare della vita con un altro Matteo, fino all’alba in una vecchia Ka nera sotto casa, ridere fino alle lacrime con gli amici di sempre,  sguardi di intesa, baci appassionati, guance rosse per l’imbarazzo. Emozioni forti che ci fanno venire mal di stomaco ma che ci rendono vivi.
E poi, il letto, il divano, la depressione, non riuscire ad alzarsi la mattina anche se dalla finestra entrano i raggi del sole, allora trovi la forza, ma quella di alzarti per abbassare la tenda, del tessuto pesante, blu scuro, che impedisce al sole di penetrare.
La notte i pensieri affollano la mente, la gatta dorme nel letto, è beata, a lei non importa del resto perché ci sei tu! E la luna si specchia nel mare, il suo chiarore illumina i pensieri di due giovani innamorati che si guardano senza parole, un bacio, un sorriso, quanto tempo è passato? Non lo so, sono felice.
Virginia Cicone

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