Sei miliardi
di persone eppure ognuno pensa al suo piccolo mondo. Poche persone che
rimangono, che lasciano un’impronta nei ricordi. Tante le persone che passano,
che non hanno importanza, che non ci danno importanza. “Pensieri, forse troppi, bisognerebbe agire”, pensa e guarda lo schermo di un telefono, in
attesa che lampeggi quel nome… sei lettere… Matteo… Vorrebbe chiamarlo, ma non
è il momento giusto, non è mai il momento giusto. Sa bene che la nostalgia è
nulla in confronto ai mali che affliggono il mondo, alle guerre, alle
catastrofi, eppure il cuore piange e strilla così forte che tutto il resto si
annulla, non esiste, non c’è. “Non ci
fotte delle guerre se ci fa male il cuore” canticchia tra sé la frase di
quella canzone che resta, indelebile. Tempo, poco tempo, tic tac, le lancette
vanno avanti e le lacrime versate sono sorrisi che non tornano. Ogni ti amo soffocato per paura di soffrire
rimane sospeso in un angolo della mente insieme con i ti voglio bene non detti ai genitori nella convinzione che ci sarà
un momento, il momento. Troppa fretta, inutile, stupida fretta, eppure tre anni
fa hai tradotto il senso del tempo e adesso è di nuovo il momento di capirlo,
di rimettere le cose al loro posto, di dare le giuste priorità. Prende la macchina
e va a trovarla. È difficile trovare il tempo per andare da lei? No, per lei
no! Ogni momento è quello giusto per sentire l’amore che c’è in quella casa che
dovrebbe essere piena di tristezza e dolore. La vita è così strana: 22 anni,
pochi? Se vissuti come li stai vivendo tu, non sono pochi, sono vissuti,
vissuti davvero, ogni istante, ogni attimo, con le parole, con le azioni, con
gli sguardi. E il tempo? Il tempo va avanti, nessuno sa quanto ce n’è, tutti
pensiamo che sia tanto, anzi non ci pensiamo affatto. Il tempo scorre veloce o
lento, prosegue il suo cammino, c’era prima di noi, ci sarà dopo di noi. Noi,
tutti, passiamo, lui, il tempo, rimane.
Perdersi
nello sguardo di chi amiamo, rimanere a parlare della vita con un altro Matteo,
fino all’alba in una vecchia Ka nera sotto casa, ridere fino alle lacrime con
gli amici di sempre, sguardi di intesa,
baci appassionati, guance rosse per l’imbarazzo. Emozioni forti che ci fanno
venire mal di stomaco ma che ci rendono vivi.
E poi, il
letto, il divano, la depressione, non riuscire ad alzarsi la mattina anche se
dalla finestra entrano i raggi del sole, allora trovi la forza, ma quella di
alzarti per abbassare la tenda, del tessuto pesante, blu scuro, che impedisce
al sole di penetrare.
La notte i
pensieri affollano la mente, la gatta dorme nel letto, è beata, a lei non
importa del resto perché ci sei tu! E la luna si
specchia nel mare, il suo chiarore illumina i pensieri di due giovani
innamorati che si guardano senza parole, un bacio, un sorriso, quanto tempo è
passato? Non lo so, sono felice.
Virginia Cicone
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