Fahrenheit 365 è un cantiere di scrittura, nel senso che si sa quando si comincia, ma non si sa quando finisce. L’anno accademico inizia a ottobre e termina a luglio, ma si può iniziare in qualunque momento. Il Cantiere non chiude mai: nei mesi estivi si lavora a...

Il Clavicembalo ben temperato

Il neon blu illumina la macchia rossa sul pavimento, densa e stagliata, come la sesta tavola del Rorschach; il suo corpo è steso poco distante. Sinuoso. Leggero. Nudo.
La macchia rossa parla, le sue labbra si seccano informi, dicono di passione, amore, odio, sesso. Il sesso odora la camera, la camera suda. Dalle pareti ombre familiari si allungano. Il neon blu sibila e regala raggi di intermittente santità. I ricci neri e corti profumano di donna, il suo seno piccolo e rotondo racconta di sogni di passione da fanciulla. Ora gli occhi sono chiusi e il respiro e flebile. È a pochi centimetri da me, sento il calore raggiungermi mentre il neon blu ruba il cielo alle stelle, la sfioro e ancora un brivido la corre. La macchia rossa è secca, ci vorrà del tempo e della fatica per toglierla dal pavimento, molto di più per lavarla dalla memoria; pezzi di vetro spezzato creano trappole per piedi distratti. Piedi che hanno visto strade, marciapiedi, città, Stati. Piedi che non hanno visto terra. La schiena della donna ha ora una curva strana, parte dalla nuca per giungere sino ai fianchi perfetti e giù per le cosce sino alla curva perfetta della caviglia. Risalgo con la memoria e sento il sapore del suo sesso, dolce e aspro, come l'odio di una madre. La mia memoria è ferma, piantata tra le sue gambe, tra gli attimi in cui uno sguardo era desiderio e un desiderio solo istante già passato. La macchia rossa, disegno del tempo che scorre, va pulita subito, prima che si fissi tra le mie membra. Prendo un asciugamano, lo butto nel lavandino e apro l'acqua; il rumore mi rilassa, devo agire ora, un solo secondo può essere decisivo. Lo strizzo e lo butto in terra, mi chino e senza fare rumore strofino con forza, le mie ginocchia soffrono, faticano. Una goccia di sudore scivola sul mio naso. E' un sudore che non mi piace, è pesante, non è come quello che scivola leggero e carezza il corpo solleticandolo lievemente. Quello dell'amore. Quello che schiaccia i ricci neri e corti della donna al viso e ispira veemenza al bacino; quello che lascia che il mio corpo scivoli sul suo senza attrito e resistenze. No, è un sudore vigliacco e sporco. Il neon blu forma una scritta, sotto di esso una macchina si muove al ritmo della coppia che la vive, li illumina come una vecchia lampada da bordello. Io fumo. Fumo la sigaretta della buonanotte. Ho fatto quello che dovevo e ora posso riposare. Ultimo tiro, lungo e gustoso.
Mi spoglio nudo e il mio corpo assume a tratti il colore blu del neon. La macchia è scomparsa. Mi adagio sul piccolo letto alla francese. Il corpo ancora caldo della donna in posizione fetale è davanti a me. Poggio il mio corpo sul suo. La abbraccio tenendo in una mano entrambi i seni. Torce un attimo il collo verso di me e apre gli occhi. Col palmo della mano li chiudo dolcemente. Avvicino la mia bocca al suo orecchio…
- Bonne Nuit, Trésor.
I miei occhi cedono al neon blu, posso solo sentire ancora il rumore del motore della macchina che va.
Nicola Mameli

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