Il neon blu illumina la macchia rossa sul pavimento, densa e stagliata,
come la sesta tavola del Rorschach; il suo corpo è steso poco distante.
Sinuoso. Leggero. Nudo.
La macchia rossa parla, le sue labbra si seccano informi, dicono di
passione, amore, odio, sesso. Il sesso odora la camera, la camera suda. Dalle
pareti ombre familiari si allungano. Il neon blu sibila e regala raggi di
intermittente santità. I ricci neri e corti profumano di donna, il suo seno
piccolo e rotondo racconta di sogni di passione da fanciulla. Ora gli occhi
sono chiusi e il respiro e flebile. È a pochi centimetri da me, sento il calore
raggiungermi mentre il neon blu ruba il cielo alle stelle, la sfioro e ancora
un brivido la corre. La macchia rossa è secca, ci vorrà del tempo e della
fatica per toglierla dal pavimento, molto di più per lavarla dalla memoria;
pezzi di vetro spezzato creano trappole per piedi distratti. Piedi che hanno
visto strade, marciapiedi, città, Stati. Piedi che non hanno visto terra. La
schiena della donna ha ora una curva strana, parte dalla nuca per giungere sino
ai fianchi perfetti e giù per le cosce sino alla curva perfetta della caviglia.
Risalgo con la memoria e sento il sapore del suo sesso, dolce e aspro, come
l'odio di una madre. La mia memoria è ferma, piantata tra le sue gambe, tra gli
attimi in cui uno sguardo era desiderio e un desiderio solo istante già
passato. La macchia rossa, disegno del tempo che scorre, va pulita subito,
prima che si fissi tra le mie membra. Prendo un asciugamano, lo butto nel
lavandino e apro l'acqua; il rumore mi rilassa, devo agire ora, un solo secondo
può essere decisivo. Lo strizzo e lo butto in terra, mi chino e senza fare
rumore strofino con forza, le mie ginocchia soffrono, faticano. Una goccia di
sudore scivola sul mio naso. E' un sudore che non mi piace, è pesante, non è
come quello che scivola leggero e carezza il corpo solleticandolo lievemente.
Quello dell'amore. Quello che schiaccia i ricci neri e corti della donna al
viso e ispira veemenza al bacino; quello che lascia che il mio corpo scivoli
sul suo senza attrito e resistenze. No, è un sudore vigliacco e sporco. Il neon
blu forma una scritta, sotto di esso una macchina si muove al ritmo della
coppia che la vive, li illumina come una vecchia lampada da bordello. Io fumo.
Fumo la sigaretta della buonanotte. Ho fatto quello che dovevo e ora posso
riposare. Ultimo tiro, lungo e gustoso.
Mi spoglio nudo e il mio corpo assume a tratti il colore blu del neon. La
macchia è scomparsa. Mi adagio sul piccolo letto alla francese. Il corpo ancora
caldo della donna in posizione fetale è davanti a me. Poggio il mio corpo sul
suo. La abbraccio tenendo in una mano entrambi i seni. Torce un attimo il collo
verso di me e apre gli occhi. Col palmo della mano li chiudo dolcemente.
Avvicino la mia bocca al suo orecchio…
- Bonne Nuit, Trésor.
I miei occhi cedono al neon blu, posso solo sentire ancora il rumore del
motore della macchina che va.
Nicola Mameli
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