1500 caratteri di Susi Farris
Chissà
che problemi avrà stavolta, pensò Francesca con un filo d’ansia, appena il
telefono squillò.
“Ho
combinato un casino, ho bisogno di te”, esordì Paolo concitato.
Arrivata
al ristorante, notò il suo amico, già sistemato in terrazza, stava chino e assorto,
e non sollevò lo sguardo dal cellulare neanche quando gli si sedette difronte.
“Ciao
Paolo”, salutò Francesca
Solo
allora lui s’avvide di lei.
“Leggi!”,
disse subito, limitandosi a porgerle il cellulare.
“Dio
mio,ma è una valanga di messaggi!”, esclamò Francesca, notando che i messaggi
di Paolo erano sproporzionati e caotici.
“Cosa
devo fare?”, quasi implorò Paolo
In
quel momento, giunsero scodinzolando due simpatici micioni che, sistematisi ciascuno
ai lati dei due, presero a fissarli, invocando con i loro miagolii, cibo o
forse attenzioni.
Francesca
fece le coccole a quello color miele, mentre Paolo continuava a sfogare il suo
malanimo subissandola con una valanga di parole, nervoso e concitato.
“Guarda
i gatti come sono belli e sereni”, l’invitò Francesca. E quasi rispondendo al
suo segnale quello color miele, tenero e sinuoso, prese a fare le fusa
strofinandosi sulle sue gambe.
“Ma
chi se ne frega dei gatti!”, rispose Paolo che non li degnava d’uno sguardo e continuava
a chiedere in tono ossessivo: “Cosa devo fare?”
L’altro
gatto allungò una zampa e lo graffiò.
“Ahi
brutto gattaccio!”, urlò Paolo.
Allora
Francesca mormorò dolcemente: “Vedi? I gatti lo sanno”.
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